Silvano Fornasa presenta "Don Giuseppe, Giulia e le altre"
Liberalibro incontra l'autore | Martedì 2 aprile a Palazzo Festari
Quando |
02/04/2024 dalle 20:30 alle 22:30 |
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Nei giorni |
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Dove | Sala Soster – Palazzo Festari - Corso Italia, 63 – Valdagno (VI) |
Riferimento | liberalibro.libreria@gmail.com |
Telefono | 0445 402293 |
Aggiungi | iCal |
"Don Giuseppe, Giulia e le altre"
di Silvano Fornasa
Reati del clero e giustizia ecclesiastica a Vicenza nell'età della Controriforma
Liberalibro incontra l'autore | Martedì 2 aprile ore 20.30 Sala Soster di Palazzo Festari
- In dialogo con Michele Santuliana
Il libro
Reati del clero e giustizia ecclesiastica a Vicenza nell’età della Controriforma
L’estate del 1606 fu una stagione molto particolare per Muzzolon, piccolo centro collinare della diocesi di Vicenza, una stagione che sarebbe rimasta nella memoria di tutti per molto tempo. Il giovane curato don Giuseppe Zanuso venne infatti denunciato al tribunale ecclesiastico, processato in tempi rapidi e infine condannato per gravi reati di natura sessuale: seduzione, stupro e ratto della ventenne Giulia Milani. Ma il procedimento giudiziario trascinò in superfice la sua attitudine all’esercizio abusivo dell’esorcismo e alla pratica di malefici accompagnati ancora da ricatto sessuale, svelando tutto un mondo di idee e di comportamenti intrisi di magia e superstizioni, che poggiava evidentemente su di un sostrato popolare fatto di formule e pratiche magiche, che mescolavano gli elementi della cultura folklorica ai riti e ai dogmi della religione cristiana.
La vicenda ci consegna la figura di un giovanissimo prete segnato dalla volontà di occupare con decisione e prepotenza gli spazi e gli ambiti che riteneva di sua esclusiva competenza, utilizzando mezzi leciti, illeciti e a tratti criminali. Era un comportamento, il suo, votato inevitabilmente ad eccessi e azzardi che determinarono, nel giro di un anno o poco più, il rapido passaggio da un consenso generale alla messa sotto accusa, al processo e alla condanna.
L’evento coinvolse inevitabilmente l’intera comunità, incrinando equilibri consolidati e antiche relazioni tra famiglie e consorterie familiari. Esso ci permette non solo di conoscere la vicenda strettamente processuale e le sue dinamiche, ma anche di aprire uno squarcio sulla vita di una piccola comunità, e di conoscere donne e uomini nella loro quotidianità, amicizie e conflitti tra famiglie e persone, strategie di controllo del potere locale. La ricerca si allarga anche al contesto religioso vicentino e alle rigide direttive imposte dalle autorità ecclesiastiche nei decenni successivi al concilio di Trento, alle forme di criminalità ecclesiastica e al difficile percorso di disciplinamento del clero, all’attività del tribunale vescovile e a quella del Sant’Uffizio vicentini nell’età della Controriforma, aspetti ancora poco indagati dalla ricerca storica.
Emergerà alla fine l’inevitabile cesura tra verità processuale e verità storica, uno scarto che si ravvisa con evidenza nella vicenda proposta in questa ricerca; alla prima, che il giudice del tribunale ecclesiastico cristallizzò nella sentenza definitiva, si affiancarono e quasi si sovrapposero altre motivazioni: una questione di onore, femminile e maschile, la gestione del beneficio parrocchiale e l’antico diritto di giuspatronato.
Passarono quattro mesi dalla querela alla sentenza, un tempo tutto sommato breve, una celerità dettata dalla necessità di rendere giustizia alle persone, donne nella massima parte, che il giudice reputò lese nella loro dignità, e di restituire alla piccola comunità la tranquillità e il tempo per ricucire lacerazioni e conflitti.
L'autore