Settanta volte sette
Evento RINVIATO. Nuova data in definizione
Quando |
13/03/2020 dalle 21:00 alle 23:00 |
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Dove | Chiesa Parrocchiale di Ponte dei Nori |
Riferimento | Ufficio Eventi e Cultura |
Telefono | 0445 428223 |
Aggiungi | iCal |
A seguito delle nuove indicazioni del DCPM
del 4 marzo 2020,
l'evento è stato RINVIATO.
Nuova data in definizione
Venerdì 13 marzo alle ore 21.00 presso la Chiesa Parrocchiale di Ponte dei Nori torna Finisterre – Teatro ai confini la rassegna teatrale valdagnese, progetto di disseminazione del teatro nel territorio.
Controcanto Collettivo SETTANTA VOLTE SETTE
Ingresso gratuito
Drammaturgia originale Controcanto Collettivo.
ideazione e regia Clara Sancricca
con Federico Cianciaruso, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, Clara Sancricca
voce fuori campo Giorgio Stefanori
I giovani attori di Controcanto Collettivo affrontano il tema del perdono, che oggi sembra soccombere alla logica - attualmente vincente - della vendetta. Un tempo ritenuto il punto di arrivo di un percorso destinato a pochi spiriti eletti, appare oggi, nell'opinione comune, come il rifugio dei più codardi e la scappatoia dei meno arditi, in una società che riconosce e accorda alla vendetta il primato della risoluzione dei torti e dei conflitti.
Chi perdona sembra sminuire il torto, giustificare l'offesa, mancare di rispetto alla vittima, farsi complice del colpevole.
Eppure il perdono protesta per innescare pensieri diversi, per aprire a logiche nuove; protesta contro l’assunto che al male vada restituito il male. Ci ricorda che dentro la ferita, dentro la memoria del male subito e al di là di ogni convenienza, esiste la possibilità di un incontro. E che questa possibilità non ci sfida dall’alto dei cieli, ma è concreta, laica e umana.
Settanta volte sette racconta la vita di due famiglie i cui destini si incrociano in una sera. Racconta del rimorso che consuma, della rabbia che divora, del dolore che lascia fermi, del tempo che sembra scorrere invano. Eppure racconta anche la possibilità che il dolore inflitto e il dolore subito parlino una lingua comune e che l'essere umano, che conosce il contagio del riso e del pianto, dietro la colpa possa ancora riconoscere l'uomo.