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Le nuove frontiere della ricerca biomedica

— scaduto

La Via delle Scienze. Venerdì 11 ottobre ore 20.30 a Palazzo Festari

Quando 11/10/2019
dalle 11:25 alle 11:25
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Venerdì 11 ottobre alle ore 20.30 a Palazzo Festari, vi aspettiamo per un nuovo appuntamento della stagione autunnale de La Via delle scienze.   

Sarà con noi MANUELA MONTI (IUSS – Pavia) con “Le nuove frontiere della ricerca biomedica: limiti e opportunità di impiego” (tema: BIOTECNOLOGIA ED ETICA)

 

Viviamo oggi nel millennio della Biologia. Solo chi è capace di intendere i problemi posti dalla sua evoluzione può sviluppare un’attiva «cittadinanza scientifica»

 

Manuela Monti

E' biologa delle cellule germinali e dottore di ricerca in bioingegneria e bioinformatica. È attualmente responsabile del Centro Ricerche di Medicina Rigenerativa della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo; è professore a contratto di Biologia delle cellule staminali presso l’Istituto Universitario di Studi Superiori (IUSS) di Pavia. svolge ricerche sulla composizione del citoplasto della cellula staminale totipotente per definizione (oocita), in collaborazione con la Stanford University, per caratterizzarne la capacità di riprogrammazione genetica. Si occupa, inoltre, della caratterizzazione di rare cellule staminali presenti nei cordoni ombelicali donati alla ricerca e del differenziamento di cellule staminali della polpa e follicolo dentale.

Collabora anche con il National Institute on Aging di Baltimora (USA), con l’Università di Cambridge (UK), e con il Department of Systems Medicine della Keio University (Tokyo, Giappone). E’ autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e, insieme a Carlo Alberto Redi, dei libri “Storia di una cellula fantastica. Scienza, cultura e natura dell’uovo”, “Staminali. Dai cloni alla medicina rigenerativa”, “Pavia a spasso nella città della Scienza” e “Pavia a stroll through a scientific city”.

 

Abstract

Dopo il secolo della chimica (‘800) e quello della fisica (‘900) viviamo oggi il millennio delle scienze della vita. La Biologia, non più come disciplina storica ma capace di sintetizzare il vivente, rivoluziona molti paradigmi concettuali. Tutte le discipline (filosofia, antropologia, economia, giurisprudenza, etc.) ne sono travolte e le pratiche del nostro vivere divengono biopolitiche: dalla riproduzione al fine vita, dal “di chi è il corpo, di chi sono le cellule”? ai brevetti sul vivente, all’editing del genoma, agli OGM, al “no razze”, alla cultura del dono sino alla genomica sociale. Solo cittadini capaci di intendere le problematiche poste in campo da questa rivoluzione possono decidere, in autonomia, cosa si ritiene lecito applicare delle tante innovazioni biotecnologiche sviluppando una “cittadinanza scientifica” alla base di una laica democrazia “cognitiva”.

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