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Giovanni Meneguzzo

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Giovanni Meneguzzo nacque a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, il 29 aprile 1831 da David e Anna Sgrinzi. Di umili origini, il giovane non ebbe l'opportunità di ricevere una adeguata formazione scolastica e a quattordici anni cominciò ad affiancare il padre nel mestiere di muratore; seppe tuttavia costruire da autodidatta la propria professionalità nel campGiovanni Meneguzzoo della geologia e della paleontologia, mosso da una singolare vocazione e da una vera passione per questi studi. Dal 1851, a seguito dell'incontro con il prof. Luciano Aragona, insigne naturalista, Giovanni Meneguzzo si avviò alla professione di "guida montanistica" e raccoglitore di fossili e minerali: i suoi concittadini impararono a conoscerlo, tanto che, abituati a vederlo nelle cave di pietra e per i sentieri dei monti a raccogliere campioni, lo avevano battezzato "l'uomo dei sassi". Lavorò con molti studiosi e appassionati paleontologi e la sua fama di guida geologica esperta, operosa ed instancabile si diffuse anche fuori dall'Italia. Nel settembre del 1868 presso il Teatro Olimpico di Vicenza, durante la Terza Riunione Straordinaria della Società Italiana di Scienze Naturali, Meneguzzo presentò la sua opera scientifica "Stratigrafia della provincia vicentina in correlazione con quella del trevigiano e del veronese corredata da undici grandi tavole": questo evento fu occasione determinante per la fama di Giovanni Meneguzzo e dimostrò l'importante contributo che egli aveva portato alle Scienze Geologiche. Le principali riviste scientifiche europee riportavano le sue scoperte, i migliori trattati citavano il suo nome: nel 1870 il prof. Fuchs di Vienna istituì la specie Cerithium meneguzzoi; Bayan gli dedicò il nome di un bivalve, Pecten meneguzzoi (ora Chlamys meneguzzoi). Ma dopo anni di grandi successi, Meneguzzo poco alla volta passò nell'ombra ed il suo lavoro ebbe dei riconoscimenti economici sempre più modesti. Morì a Valdagno - dove si era trasferito dal 1882 - il 29 gennaio del 1912, "povero e infermo dopo tante traversie e strapazzi della sua vita avventurosa" (D. Dal Lago, 1904).